6. Impara a farti e ad accettare i complimenti
Fai attenzione al modo in cui ti rivolgi a te stesso: il più delle volte scoprirai che non diresti mai simili sciocchezze a qualcuno che ami. E in ogni caso, se lo facessi, quel qualcuno ti manderebbe subito a quel paese. Quindi impara a usare parole di lode e gratificazione verso te stesso, a riconoscere i tuoi meriti e ad accettare, senza sminuirli, i complimenti che ti vengono rivolti. Di fronte a un elogio, invece che “Sì, ma in realtà è stata solo fortuna…”, potresti dire ad esempio “Sì, sono felice anch’io di questo risultato…”. Le persone con una bassa autostima sono generalmente incapaci di rallegrarsi dei propri successi e di apprezzare le proprie qualità. Di conseguenza, quando fanno qualcosa di bello o ricevono un complimento, non gli riconoscono il giusto valore. Se ad esempio hai qualche complesso rispetto al tuo fisico e qualcuno ti fa un complimento per il vestito che indossi, ti affretterai a dire che il vestito non è niente di che, solo un vecchio abito che hai ritrovato nell’armadio. Invece, accettare con grazia il complimento, sorridere e ringraziare farebbero fare alla tua autostima un grandissimo salto in avanti!
7. Ricorda l’importanza degli obiettivi
Premessa: gli obiettivi funzionano solo se ti aiutano a innescare un circolo virtuoso in cui a ogni obiettivo raggiunto segue un premio che ti motiva a raggiungere obiettivi ancor più importanti.
Questo è il perfetto circolo virtuoso per alimentare la tua autostima.
Se vuoi creare questo circolo devi seguire regole ben precise e soprattutto partire da obiettivi raggiungibili e ravvicinati nel tempo:
I. Stabilisci il tuo piano di azione
Quando fissi un obiettivo, è importante definire cosa farai per raggiungerlo: quali abitudini intendi cambiare o instaurare per avvicinarti alla tua meta? Quali sacrifici sei disposto a fare?
Il tuo obiettivo è in parte nelle tue mani e in parte dipende da fattori esterni. Assicurati di verificare su cosa hai pieno controllo e responsabilità e stila un elenco preciso delle azioni che farai per conseguirlo; accanto a ogni azione scrivi quando la svolgerai.
II. Sii determinato, ma non sciocco
Se le circostanze cambiano repentinamente e in modo importante (si verifica una crisi economica importante e inaspettata, o un problema di salute da gestire, o una delusione sentimentale che ti mette KO), la prima cosa che devi essere disposto a fare è rivedere i tuoi obiettivi alla luce della nuova situazione. La linea che separa la determinazione dalla stupidità è molto sottile: insistere sulle continue sconfitte, quando treni più promettenti ci passano a fianco, non significa essere determinati, significa essere sciocchi.
III. Concentrati sul perché oltre che sul cosa e sul come
Capita a volte, quando fissiamo degli obiettivi, di pianificare troppo, cercando di definire ogni singola azione (il “cosa” e il “come”). Questo approccio è molto efficace e al tempo stesso rischia di renderci rigidi, così, quando ci troviamo ad affrontare un evento imprevisto, rischiamo di essere colti alla sprovvista, di abbatterci, di non sapere come reagire e poi di arrenderci, dicendoci che quell’obiettivo è impossibile.
Quando fissi un obiettivo, definisci un piano di azione di massima, pianifica i passaggi e concentrati anche sul “PERCHÈ”. Avere ben chiaro il perché vuoi raggiungere un obiettivo, anche piccolo, aiuta a metterci quella determinazione che ti consentirà di superare gli inevitabili imprevisti.
Quindi, di fronte a un obiettivo chiediti prima di tutto “perché voglio raggiungerlo?”, “quali sono le motivazioni che mi spingono?”. Se non riesci a trovare valide ragioni per il conseguimento del tuo obiettivo, ci sono due sole spiegazioni: o non desideri raggiungere quel traguardo più di tanto, o stai inseguendo il traguardo di qualcun altro.
8. Poni l’attenzione sulle soluzioni
Risolvere problemi fa piuttosto bene all’autostima. E visto che di problemi da affrontare, nella vita di tutti i giorni, se ne incontrano parecchi, è importante imparare a farlo in modo efficace.
Lo psicologo Rob Yeung ha elaborato una serie di domande che aiutano a chiarire bene i problemi, a definirne l’importanza reale nella nostra vita e a elaborare un piano preciso per affrontarli.
Si tratta di sei domande specifiche da porsi quando ti si presenta davanti un problema qualsiasi, dal collant strappato prima di un incontro importante a una gaffe esagerata con la nuova collega, da un litigio ancora irrisolto con un caro amico a una situazione poco limpida in famiglia.
a. GRAVITÀ, ovvero: quanto è grave il problema su una scala da 1 a 10?
Mentre stiamo vivendo un momento di difficoltà tendiamo a ingigantire la gravità della situazione pensando che si tratti della cosa peggiore che ci sia mai capitata. In realtà, le cose veramente gravi hanno a che fare con la tua vita e quella dei tuoi cari, con la sicurezza della tua casa, del tuo lavoro o dell’intero pianeta.
Di fronte a questa scala di valori, quanto è grave il problema che stai affrontando adesso?
b. DURATA, ovvero: quali contorni assumerà il problema fra sei mesi?
Osservando le cose a posteriori, ci accorgiamo che ciò che ieri sembrava terribile domani non sarà poi così tanto grave; ciò che il mese scorso appariva terrificante, assumerà tra breve i contorni del ricordo passeggero o magari dell’episodio divertente. Nei momenti di crisi è molto importante considerare come apparirà l’incidente col passare del tempo.
c. REAZIONE, ovvero: la tua reazione fino a questo momento è stata appropriata?
Magari di fronte a questo problema hai nascosto la testa sotto la sabbia nella speranza che si risolvesse da solo, o forse ti sei lasciato prendere dalla rabbia o dallo sconforto. Riflettere sull’idoneità della tua prima reazione ti permette di abbandonare i comportamenti inutili e dannosi.
d. AZIONE, ovvero: cosa puoi fare adesso per migliorare la situazione?
Qualsiasi cosa sia successa fino a questo momento non la puoi cambiare. Ma da adesso in poi, come intendi comportarti? Talvolta un insuccesso indica che è giunto il momento di cambiare strategia. Se il modo di agire adottato finora è stato inefficiente deve esserci una soluzione migliore.
e. FUTURO, ovvero: in che modo sceglierai di comportarti la prossima volta?
Quando la bufera si sarà placata, a distanza di ore o settimane, chiediti cosa puoi fare in futuro per evitare di cadere nella stessa situazione e ripetere lo stesso errore.
f. ASPETTI POSITIVI, ovvero: sul lungo termine non tutto il male vien per nuocere, giusto?
Per riconoscere gli aspetti positivi di una situazione problematica dobbiamo osservarli da una certa distanza temporale e con un certo distacco emotivo. Crogiolarsi nei propri errori rimpiangendo di non aver agito diversamente è una tipica reazione umana. A posteriori è sempre facile capire dove si è sbagliato: avremmo dovuto agire con maggiore determinazione, accettare l’invito, essere più espliciti con la persona che ci piaceva, oppure non avremmo dovuto esternare il nostro parere, parcheggiare in doppia fila o intraprendere quella relazione disastrosa. Eppure è successo. Bene, adesso che ci sei passato in mezzo e ne sei uscito vivo, cosa puoi imparare da quello che è accaduto?
In sostanza, quando ti trovi ad affrontare un problema, il tuo atteggiamento mentale dovrebbe essere dedicato a esplorare le possibili soluzioni a tua disposizione. Molte persone si soffermano troppo sui problemi e sullo sconforto che stanno vivendo, limitandosi a rimuginare su come dovrebbero essere le cose, invece che su come potrebbero essere. Se però ti abitui a porti le domande: “Cosa posso imparare da questa vicenda?” “Qual è la soluzione?” ti accorgerai quanto sarà più facile individuare e muoverti tra le varie opzioni.
9. Evita di procrastinare
Se la fiducia interiore è la capacità di intraprendere azioni nonostante lo stato d’animo del momento, la procrastinazione è il suo contrario: il continuo rimandare ogni azione importante per noi o per la nostra vita quotidiana. Procrastinare significa rimandare l’azione immediata perché non ci si sente in grado di affrontarla. Vuoi sentirti meglio con te stesso? Pensa a una cosa che stai rimandando da tempo e falla come prima cosa domani mattina.
Mentre le azioni compiute, indipendentemente dal loro risultato, generano un senso di fiducia che porta a compiere altre azioni, il fatto di rimandare continuamente alimenta invece la convinzione di non essere in grado di agire e la paura di non riuscire a farlo. Si crea un circolo vizioso: più si evita l’azione, più si desidera evitarla.
La procrastinazione, per chi ha poca autostima, è un meccanismo di difesa messo in atto spesso involontariamente.
Secondo Neil Fiore, autore di The Now Habit (L’abitudine dell’adesso), la procrastinazione è un meccanismo utilizzato dalla nostra mente per gestire l’ansia che proviamo ogni volta che dobbiamo iniziare un nuovo compito o assumere una decisione. Se anche tu hai l’abitudine di procrastinare, queste domande possono aiutarti a trovare l’input giusto per passare all’azione:
– Quali vantaggi posso avere passando subito all’azione?
– Quali svantaggi subirò se rimando ancora?
– A quali giustificazioni ricorro per evitare di agire subito?
– Cosa rischio di perdere se non agisco?
– Come mi posso premiare se inizio subito?
10. infine… fregatene (almeno un po’) del giudizio degli altri
L’autostima non deriva, o non dovrebbe mai derivare, dagli altri.
Se pensi di costruire la fiducia in te stesso a partire dal giudizio di chi vive attorno a te, le tue fondamenta saranno davvero fragili.
Purtroppo, però, la maggior parte delle persone tende a preoccuparsi molto di ciò che pensano gli altri. Durante i miei corsi ho conosciuto molte donne e uomini la cui difficoltà più grande era il modo in cui sentivano che gli altri li giudicavano o pensavano a loro.
Invece l’autostima nasce da dentro di te e, come abbiamo già detto, il giudizio che conta di più è sempre il tuo.
tratto dal libro: Le parole per migliorare la vita di chi ami…e la tua