Il cervello, e di fatto ogni sistema biologico o sociale, è organizzato in livelli. Il cervello ha diversi livelli di elaborazione, cui corrispondono diversi livelli di pensiero e di modi di essere.
Da un punto di vista psicologico, sembrano esserci cinque livelli su cui si lavora con maggior frequenza.
(1) Il livello di base è l’ambiente, con i limiti esterni.
(2) Si agisce su questo ambiente con il comportamento.
(3) Il comportamento è guidato dalle mappe mentali e dalle strategie, che definiscono le capacità:
(4) queste capacità sono organizzate dai sistemi di convinzioni (che sono l’oggetto del presente lavoro) e
(5) le convinzioni sono organizzate dall’identità.
Quindi, quando una persona sperimenta una fase di difficoltà, bisogna chiedersi prima di tutto questo: la difficoltà proviene dalla situazione esterna, oppure è la persona che non ha il tipo specifico di comportamento richiesto dal contesto? Oppure: la causa risiede nel non aver sviluppato la strategia appropriata o la mappa adeguata a generare il comportamento richiesto? E ancora: la persona manca di convinzione o ha convinzioni contrastanti che interferiscono con la sua vita e con i risultati che desidera ottenere? E infine: c’è qualche interferenza a livello dell’identità o del sistema globale?
Sono distinzioni che diventano molto importanti per chiunque lavori nei settori dell’apprendimento, della comunicazione o del cambiamento.
Ad esempio, prendiamo un bambino che non ha svolto bene un test. L’insegnante potrebbe dire: “Non è assolutamente colpa tua. O c’era rumore nella stanza, o qualcosa nell’ambiente ha interferito con la tua prestazione durante l’esame.”
In altre parole, il problema è nell’ambiente e non ha niente a che vedere con te come persona. Naturalmente, questo è l’aspetto che ha l’impatto minore sullo studente.
L’insegnante potrebbe dire, sottolineando uno specifico comportamento: “Ti sei impegnato poco in questo test.” Il che pone la responsabilità sullo studente.
A livello di capacità, l’insegnante potrebbe dire: “Non sei molto bravo in questo tipo di prove; le tue capacità in matematica (o grammatica, o qualunque altra materia) non sono molto sviluppate.”
Questa affermazione ha delle implicazioni molto più significative. A livello dei valori, l’insegnante potrebbe dire: “Su, non è poi così importante. Ciò che conta è che impari divertendoti.”
L’insegnante sta consolidando la convinzione che non è importante avere un bel voto, ma che è importante imparare divertendosi.
Siamo saltati così al livello delle convinzioni. Qui si oltrepassa la sfera della singola materia, per giungere al processo di apprendimento.
A livello dell’identità, l’insegnante può dire: “Sei un pessimo studente”, oppure “Sei una persona con delle difficoltà di apprendimento”, o “Non sei un matematico.” Sono affermazioni che toccano l’intero essere del bambino.
Il livello dell’identità è diverso dal livello delle capacità. Credere che non si è capaci di eccellere in una particolare materia è diverso dal convincersi che si è stupidi.
Questi esempi cominciano a dimostrare l’impatto dei diversi livelli. C’è una differenza enorme tra qualcuno che dice: “Non riesco a controllarmi quando bevo” e un altro che afferma: “Sono un alcolista e lo sarò sempre.”
Se attribuiamo una qualsiasi caratteristica alla nostra identità, essa inizierà ad esercitare una profondissima influenza su di noi.