In questa sezione lavoreremo sull’integrazione di convinzioni contrastanti, ed analizzeremo come mettere insieme determinate parti delle nostre identità e dei nostri sistemi di convinzioni, perché lavorino insieme in modo tale da essere di sostegno le une alle altre.
Una delle mie metafore preferite riguardo al processo di cambiamento delle convinzioni viene da una parabola di Gesù, quella in cui parla del seminatore e del seme.
Dice che il seminatore pianta il seme in molti posti. Il seme ha già in sé miracolo dell’identità e provvede da solo al proprio percorso di crescita. Il seminatore o il giardiniere non devono far crescere il seme. Il seme racchiude in sé la magia della vita.
Ma il seminatore deve preparare il contesto. Se il seminatore pianta il seme su un terreno che non è abbastanza profondo, secondo la parabola, gli uccelli beccano il seme. Se il seme cade su un terreno sassoso, allora le radici all’inizio crescono velocemente, ma quando il sole diventa più caldo non riescono a raggiungere la profondità della terra a causa delle pietre, e la pianta appassisce.
Se il seme cade su un terreno infestato dalla gramigna, le radici crescono, ma vengono soffocate dalla gramigna, che cerca di conquistarsi lo stesso territorio. È solo quando i semi cadono su un terreno fertile e profondo che riescono a crescere e a dare frutti.
Questa è una bella metafora per spiegare ciò che significa sviluppare una nuova convinzione o identità.
È possibile che una persona gravemente ammalata dica: “Sono convinto di poter guarire”.
Ma spesso quella convinzione non ha terreno, non ha profondità. Sono solo parole per la persona, solo una vana speranza. Se non ci sono rappresentazioni ricche, se la persona non ha una mappa interna di come potrebbero essere (a livello visivo, uditivo e cinestesico) la guarigione e il benessere, allora non c’è terreno sufficientemente profondo perché questa convinzione possa crescere.
Quindi, se qualcuno dice: “Oh, sono stupidate, è ovvio che tu non possa guarire, affronta i fatti: la tua situazione è senza speranza”, è come se l’uccello arrivasse e beccasse il seme (la convinzione) su di un terreno poco profondo. La persona ne è sopraffatta e ammette di avere dubbi e di essere insicura.
Se il seme è caduto su un terreno sassoso, pieno di imprint limitanti del passato, allora anche se esiste una qualche rappresentazione, un qualche aspetto della persona che è in grado di accettare la convinzione, le radici della convinzione incontrano una certa resistenza. Esse riescono a crescere fino a un certo punto, ma è possibile che ci siano vecchie molecole, le pietre del passato, che impediscono alle radici della nuova identità di crescere attraverso le preziose esperienze di vita di una persona.
Quando si trova sotto la pressione delle difficoltà che spesso il cambiamento implica, la nuova convinzione inizia ad appassire. C’è la vecchia molecola, la vecchia pietra del passato, che impedisce alla convinzione di mettere le radici in profondità.
A volte, se il seme è caduto vicino ad altri semi, tutti iniziano ad entrare in competizione per stabilire quale delle loro identità occuperà effettivamente il giardino. Una di quelle crescerà, portando via all’altra il nutrimento del suolo fertile. In questo caso si hanno due identità contrastanti, che cercano di vivere nello stesso posto.
Nei capitoli precedenti abbiamo imparato delle tecniche per costruire un terreno di capacità, per spezzare le pietre delle vecchie convinzioni, di modo che possano diventare un suolo adatto alla crescita.